La vita monastica

La cappella con l’iconostasi

La via monastica è vissuta secondo la tradizione del monachesimo orientale, che “è all’origine delle altre forme di monachesimo cristiano” (Pio XII, 11.4.1958) e nel monastero si segue un Typicum (regola monastica) scritto da alcuni Padri gesuiti e con molti riferimenti ai Padri della Chiesa orientale. Il 10 luglio 1959 Sua Santità Giovanni XXIII nel documento d’erezione del monastero alla dignità di diritto pontificio lo definì “un ornamento della sua diocesi, simbolo, invito e pegno d’unione”. La speciale benevolenza dei Sommi Pontefici si manifestò anche con Papa Paolo VI che ricevette in speciale udienza le monache – “Voi siete la radice per l’avvenire”, disse fra l’altro promettendo preghiere.
Scopo primario del monastero è la vita contemplativa e liturgica, nel silenzio e nella solitudine si cerca l’intimità con Dio attraverso lo sforzo quotidiano della metanoia. All’orazione si alterna il lavoro, le monache si occupano di confezione di paramenti per i vari riti orientali, di pittura di icone, di traduzioni, di giardinaggio e di lavoro nell’orto. Il monachesimo orientale non ha mai conosciuto la distinzione tra ordini e congregazioni e in uno stesso monastero si cerca di facilitare a ciascuno la realizzazione del personale piano divino tenendo conto delle qualità innate, attrattive spirituali e resistenza fisica, sempre nell’obbedienza ai superiori e alla tradizione monastica. La vocazione monastica è una sola e sorge dal dono dei sacramenti del Battesimo, dell’Eucaristia e della Cresima, la vita monastica è vissuta come vocazione battesimale, come dono e come carisma. La monaca è colei che prega e che vive nella conversione continua vissuta sia nella preghiera personale del cuore che in quella liturgica e nella purificazione dal peccato e dalle passioni fino alla divinizzazione che è la meta della vita cristiana e che la fa diventare canale di grazia per tante anime a lei affidate. Anche non esiste la clausura, non ci sono le grate e per seri motivi la monaca può uscire dal monastero con il permesso dei superiori. Il Typicum del monastero prevede la possibilità dell’eremitismo assoluto per le monache che ne hanno particolare attrattiva come pure non esclude, a seconda delle circostanze, opere annesse al monastero per le monache che sentono una chiamata a qualche attività esteriore.

I gradi progressivi nella vita monastica orientale sono tre anni di noviziato preceduto da qualche mese di prova; rjasoforato o professione minore, di per sé perpetua, ma nella quale si debbono trascorrere almeno 5 anni; segue la professione maggiore con piccolo abito (microschema) che talvolta, dopo molti anni di esemplare vita monastica per le persone maggiormente dedite alla preghiera ed alla mortificazione, può essere completata dal megaloschema o professione con grande abito.
Orario della giornata: ore 5.20 Oktoich (ufficio del mattino), segue ora I, ora III, Divina liturgia, colazione, preghiera personale. Dalle 9 alle 12 lavoro, alle 12.15 ora VI e IX, pranzo, riposo, lettura spirituale. Dalle 15.30 alle 18.00 lavoro, Vespro, cena, Compieta, preghiera in cella.

Nel concludere queste brevi informazioni, a coloro che ne verranno a conoscenza, le monache chiedono una preghiera onde meglio corrispondere al misericordioso piano di Dio, continuando la loro vita “nascosta con Cristo in Dio”.
Si accolgono giovani per ritiri o desiderose di conoscere il monachesimo orientale. Sia lodato Gesu Cristo!

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